Come educare i figli? Dolcezza o rigore?
Il mestiere più vecchio del mondo, eppure ancora non lo si conosce: fare i genitori. Ma come educare i figli? Educare un figlio significa mettersi in gioco, con pazienza e dedizione. Le naturali incomprensioni che nascono quando i coniugi scelgono il ruolo educativo da seguire, possono essere superate.
Diventare tre comporta cambiamenti che spesso spaventano i neo-genitori, non mancano le discussioni cariche di paure e tormenti. Come spiegano gli esperti di consulenza genitoriale Francesco Berto e Paola Scalari, autori del libro “Adesso basta. Ascoltami!”, il disaccordo si riversa sul figlio, generando la possibilità che nel bambino si manifestino comportamenti aggressivi, irrispettosi e provocatori.
Cosa fare per evitare questi comportamenti nei figli?
Per un genitore scegliere il ruolo educativo da assumere è difficile. Tenerezza o austerità? Dolcezza o rigore? Nel corso del tempo si è capovolta la regola che vedeva nel padre austerità e inflessibilità, e nella madre comprensione e affettuosità.
Anche gli uomini hanno scoperto la bellezza di passare il tempo a coccolare il figlio, mentre un tempo rappresentavano l’autorità familiare in casa. Se da una parte quei padri non si rifiutano più di esprimere la loro dolcezza ai figli, d’altra parte essi si rifiutano di essere coloro che devono punirli quando è necessario.
Le donne che nel passato erano custodi degli affetti domestici, adesso hanno scoperto il piacere di raggiungere il successo della loro carriera lavorativa e della realizzazione personale. Spesso non vogliono più rinunciare alla carriera e non sono neanche disposte a rimproverare i propri bimbi.
Quali sono le conseguenze di un agire così confuso? Cosa comporta questa partita giocata sulle non-responsabilità? Entrambi i genitori vogliono vivere col bambino la propria parte più tenera e amorevole ma nessuno dei due si assume la responsabilità di essere severo, fissando le regole. Il figlio che non viene mai rimproverato diventa un figlio despota. E se diventasse troppo tardi per correggere i comportamenti sbagliati?
