Il nome del bambino: quanto è importante?
Quale sarà il nome del bambino? È la domanda che genitori, nonni e parenti si pongono nel momento in cui scoprono che la propria famiglia si arricchisce di un nuovo componente. La scelta del nome occupa molta parte dei pensieri e dei discorsi durante la gravidanza: continuare la tradizione dando al nascituro il nome dei nonni o seguire le mode del momento, chi opta per il doppio nome – come era in uso presso i Romani, come Cesare Augusto o Giulio Cesare.
Una scelta ponderata
A volte la scelta del nome risulta complessa. Basti pensare all’imposizione del nome da parte della famiglia. La scelta passiva del nome imposto porta, molto spesso, all’attribuzione da parte dei genitori di un soprannome o di un’abbreviazione che rimarrà per tutta la vita, tanto da far risultare estraneo il nome anagrafico.
Nella scelta del nome non bisogna essere egoisti, è necessario pensare «al bambino o alla bambina cui quel nome è destinato» se da adulto potrà piacergli o piacerle. «Non eccediamo in stravaganze, non mettiamo sulle loro spalle un nome ambiguo, difficile o pesante da sostenere» scrive Grazia Honegger Fresco nel suo libro “Senza parole”.
…e importante!
Quella del nome è la prima scelta a cui i genitori sono chiamati per il bene del bambino. Scegliere infatti comporta rinunciare a qualcosa. Per il loro bambino «mamma e papà devono dire sì a un nome che corrisponda ai loro pensieri segreti, ai loro sogni, e ad escluderne molti altri, mediando e ascoltandosi»
Scrive ancora l’autrice «un nome è l’origine di una nuova vita, il senso dell’appartenenza alla specie umana, ma è anzitutto il legame con la madre e con il padre sin dai primi istanti di vita».
Per approfondire la tematica clicca qui per accedere alla scheda del libro “Senza parole”.