Parlare ai neonati, un’abitudine salutare
Parlare ai neonati è un’abitudine che tutte le mamme hanno: “Amore mio, adesso ti levo il pannetto tutto bagnato e te ne metto uno asciutto”. Anche se il bimbo non risponde, la guarda attentamente, in un certo modo partecipando a quella conversazione madre/figlio. La calma con la quale la mamme parla gli permetterà di cogliere non solo il linguaggio che ascolta ma anche l’espressione affettuosa del viso e il messaggio, rivolto proprio a lui.
Facendo in questo modo, già dai primi mesi si può vigilare e verificare se sente perfettamente: se infatti non mostra interesse per i suoni che ci sono, i rumori improvvisi e voci, non esitare a contattare uno specialista.
Da quando è possibile farlo?
Da quando è importante parlare con il bambino? da sempre! Cioè dalla nascita. In questo modo il neonato comincerà già a riconoscere cosa e chi per lui è una figura rassicurante. Scrive Grazia Honegger Fresco nel testo “Un nido per amico” che «le parole che preludono o accompagnano un’esperienza sono per il bambino, fin dalla nascita, una musica essenziale, preziosa, di comunicazione e di sonorità di cui lentamente si appropria».
Il legame con mamma e papà
Un bambino seguito dai genitori, nei primi ritmi di vita non si sveglia urlando ma li chiamerà con dei piccoli versi. Il piccolo comincia a scoprire il legame tra la propria voce e l’arrivo delle mamma o del papà. Se i genitori sanno interpretare i richiami del proprio figlio e rispondono subito con la presenza e il contatto, si instaura facilmente la comunicazione, preannuncio del linguaggio. Il bambino sarà dunque sodisfatto di questa relazione e non avrà motivo di piangere spesso.
Apprendere il linguaggio sarà tanto più facile quanto il bambino vive una situazione di calma: già nei primi mesi potrebbero cominciare i primi balbettii, suoni e sillabe ripetuti. E poi, un bel giorno, la prima vera parola.
Per approfondire la tematica clicca qui per accedere alla scheda del libro “Un nido per amico”.
