Il bambino è appena nato: come comportarsi?
Il bambino è appena nato, tutto è cambiato, niente è come prima. Nonni, zii, parenti invadono le case dei neo-genitori. Il piccolo però vorrebbe i genitori tutti per sé, sembra voler dire «mi avete chiamato, occupatevi di me, senza di voi non posso vivere», così scrive Grazia Honegger Fresco nel suo libro “Accogliere il bambino”, «non è soltanto il latte che lui vuole ma sono soprattutto le carezze, le attenzioni, la voce di mamma e papà. Ha bisogno di abitudini regolari: lo stesso luogo, la stessa voce, le stesse mani.»
La poppata ha intervalli regolari
Sottratto alla protezione dell’utero, il bimbo appare incapace di iniziative proprie. È fragile e bisognoso di protezione, mostra una sola esigenza: incontrare la mamma e trovare da sé, strisciando su di lei, un capezzolo cui attaccarsi per produrre il primo latte, il colostro – ricchissimo di antibatteri e antivirus. Ciò che lo guida verso il capezzolo è la sua sensibilità olfattiva, quell’odore per lui inconfondibile che il seno materno emana.
Le poppate devono essere somministrate ad intervalli regolari. Ogni quanto? È il bambino il direttore dell’orchestra: il suo orologio interno stabilisce la fatica di succhiare e poi il necessario riposo.
Rinasce anche la mamma
Quando il bambino è appena nato tutte le attenzioni sono verso di lui. Non minore attenzione però va rivolta alla mamma, che è rinata insieme al bambino. Spesso si trova sola col piccolo, sconosciuto e ancora incomprensibile, senza nessuno al suo fianco che l’aiuti a comprendere il linguaggio del neonato. La solitudine può condurre alla depressione post-partum. Quindi, è vero che il nuovo arrivato è il piccolino ma bisogna ricordare che anche la mamma è diventata dopo il suo arrivo una persona nuova e che anche lei ha bisogno delle giuste attenzioni.
Per approfondire la tematica clicca qui per accedere alla scheda del libro “Accogliere il bambino”.
